
9.11.2024 - 16.2.2025
Le Immagini della Fantasia 42
Con la 42esima edizione della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Le Immagini della Fantasia, la Fondazione Štěpán Zavřel prosegue il cammino lungo il sentiero dell’illustrazione confermando l’idea fondante, il valore poetico e riflessivo dell’immagine.
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La 42^ Edizione di Le Immagini della Fantasia è terminata. Torna a trovarci a settembre per scoprire la 43^ Edizione!

Le sezioni della Mostra
L’esposizione è strutturata in quattro sezioni: Ospite d’onore, Tema, Panorama, Pedagogia, ed è costituita da oltre duecento opere realizzate da ventidue illustratrici e illustratori provenienti da quattrodici Paesi.
Il percorso espositivo si chiude idealmente con “Il mondo di Štěpán Zavřel”, l’omaggio tradizionale al fondatore della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia.
Narges Mohammadi, nata a Teheran, si è formata alla Shahed Art University e ha esordito nel campo dell’illustrazione nel 2006.
Dopo avere partecipato alla 36esima edizione della Mostra Internazionale d’Illustrazione nella sezione “Iran”, l’illustratrice torna a Sarmede in veste di ospite d’onore.
Le illustrazioni presentate appartengono a storie antiche, come Le Mille e una notte, a classici come Alice nel paese delle meraviglie e all’immaginazione contemporanea, tra Occidente e Oriente. “L’opera di Narges Mohammadi ha la capacità di trasformare la diversità in armonia, così come un racconto o le tessiture di un mito. Attraverso la combinazione di immagini, texture e colori, i suoi collage ci invitano a riflettere sulla complessità delle cose e sulla bellezza che può emergere dall’interconnessione dei diversi elementi”, spiega il curatore Gabriel Pacheco.
“Queste immagini multilingue ci mostrano il legante meraviglioso dell’illustrazione, cioè l’estetica: frammenti di carta, monotipi, graffito, matita, tutto serve per costruire un insieme: strati visivi che il lettore, nel privilegio della lettura, percepisce come metafore. Queste illustrazioni ci permettono di esplorare l’intenzione giocosa della creazione e della lettura delle immagini. In un mondo dove le divisioni sembrano sempre più evidenti, questo assemblaggio ci ricorda che l’unità può essere trovata anche nella diversità”.
Cinque illustratrici e un illustratore mettono a disposizione la loro personale riflessione sul tema del gioco grazie alla narrazione e all’immaginazione.
Come spiega il curatore Gabriel Pacheco, questa mostra propone un percorso sull’evento del gioco inteso come uno spazio-tempo libero e allo stesso tempo regolato, fittizio e vivo. È un luogo in cui ciò che accade non ha conseguenze nella vita reale e permette perciò un allentamento della tensione quotidiana.
“Il gioco nella letteratura universale è un tema trasversale,come in Alice e nel Piccolo principe. Alcuni autori hanno utilizzato i giocattoli come metafora per esplorare temi, ad esempio lo Schiaccianoci, il Soldatino di piombo, il paese dei balocchi di Pinocchio. Mentre altri lo hanno utilizzato come strumento narrativo per sfidare le convenzioni letterarie: pensiamo agli esercizi di stile di Raymond Queneau, a ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’ di Italo Calvino e ‘Il gioco del mondo’ di Julio Cortzár, dove la logica è solo un gioco”.
Undici illustratrici e illustratori partecipano alla mostra offrendo i loro “Giochi d’immagini”, riuniti attorno a due concetti: la geometria intesa come struttura e lo stile percepito come linea.
Accogliamo la riflessione del curatore Gabriel Pacheco prima di iniziare il percorso attraverso le immagini: “l’artista si immerge nei meandri della creazione e si perde; sostenuto da alcune forme del testo o della memoria si ritrova, poi si avventura con agilità attraverso un disegno che non ha mai visto ma che conosce. In questo momento sembra inutile anche sapere quale possa essere la forma. Ma arriva un momento in cui ogni parte combacia e quella forma che abita le mani degli artisti inizia a rivelarsi”.
Lo stile genera invece una risonanza e si rivela nella linea da seguire che si fa esperienza estetica nell’espressione naïf e nel collage: “Lo stile naïf emerge come una forma espressiva che incanta per la semplicità e l’autenticità”, spiega il curatore. “Caratterizzato da linee dinamiche e colori vivaci, il suo ritmo espressivo cattura l’essenza della vita quotidiana con un tocco di ingenuità e meraviglia.
Anche il collage abbraccia la spontaneità, riflettendo un mondo che può sembrare leggero. La struttura di queste due impronte risuona profondamente nella natura umana. Ciò che rende interessante lo stile naïf e il collage è la capacità di stupire e di trasportare verso la semplicità”.
Tre illustratrici e un illustratore propongono di esplorare il gioco attraverso l’esperienza estetica.
Il curatore Gabriel Pacheco definisce il gioco come un tempo di vita alleggerita, un riparo momentaneo dalla frustrazione e dalla fatalità, un modo per superare gli ostacoli e raggiungere l’appagamento.
Gli psicologi riconoscono al gioco un ruolo fondamentale nel processo di autoaffermazione del bambino e nella formazione del suo carattere. Sperimentare la competitività, sottoporsi alla sorte, fingere e immedesimarsi, e anche provare l’euforia, è un percorso molto formativo: sia i giochi di fantasia, che i giochi con regole hanno una natura pedagogica.
“Aquiloni, trottole, puzzle, cruciverba, giostre, biglie, bambole, altalene, insieme ad alcuni libri, sono macchine semplici, utilizzate per sollevare pesi con la leva e fare esperienza diretta in modo ludico.
Alla fine, il gioco è una chiamata alla libertà: piccole sfere spiritose, miraggi nei cieli dell’esistenza. Il gioco sembra donarci, per un istante, il controllo su qualcosa di così affascinante e profonda qual è l’esistenza. Alla fine, chi può resistere a questo invito di stare al gioco?”