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Il Sole ritrovato

Casa della Fantasia, Sarmede

Le 70 illustrazioni in mostra raccontano un’importante pagina della storia dell’illustrazione che ha avuto luogo a Sarmede tra i primi anni Settanta e gli ultimi anni del ’900 ad opera di Štěpán Zavřel, con l’obiettivo di fare luce sul contributo dato dall'esperienza di Sarmede al mondo dell’editoria per l’infanzia.

In mostra anche Květa Pacovská, Emanuele Luzzati, David McKee, Józef Wilkoń, Ivan Gantschev, Nicoletta Costa.


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Le sezioni della Mostra

L'esposizione è organizzata in cinque sezioni, in una sorta di dialogo collettivo, quasi il racconto corale di un tempo ritrovato.
A quattro voci di donne, illustratrici di talento e di coraggio, dalla poetica cristallina, è stato assegnato l’incipit della narrazione. La loro opera anticipa emozioni, temi, pensieri dell’intero percorso.

La Mostra comprende anche due sezioni dedicate al maestro fondatore dell’esperienza di Sarmede, la prima in apertura del percorso dal titolo “I giardini di Štěpán Zavřel”, l’ultima in chiusura “Gli studi di Štěpán Zavřel”.

Chi ha frequentato la casa di Štěpán Zavřel a Rugolo andrà subito con il pensiero alla fontana davanti all’ingresso e al giardino costruito tra gli archi di pietra e una lucente vegetazione di noccioli, susini selvatici, palme, file di iris in miniatura, e tutto attorno, a segnare l’orizzonte, gli antichi gelsi delle colline trevigiane.

La Mostra si apre con un piccolo omaggio ai giardini di Štěpán Zavřel, dimensione cara all’artista, coltivata nei libri e non solo. Pensiamo al giardino incantato di Pinin e a quello amato da Liduschka, al giardino d’acqua di Vodník e a quello segreto della città dei fiori e ai tanti altri giardini immaginati, compreso il giardino del paradiso. Il breve percorso proposto attinge alle opere presenti in collezione, documentando soltanto una parte della produzione del maestro, sufficiente però a chiarirne la centralità e allo stesso tempo la varietà.

Portatrici di sapienza e meraviglia, ci consentono di fare esperienza della più intima e democratica forma artistica, l’illustrazione. Sita Jucker, Květa Pacovská, Carme Solé Vendrell, Nicoletta Costa si ritrovano qui come un tempo, nella loro luminosa diversità, per dare inizio al racconto di infinite storie.

Květa Pacovská, I gatti in gruppo, tecnica mista

Le atmosfere sospese di Ivan Gantschev, Eugen Sopko e Marija Lucija Stupica suggeriscono di fermarsi negli spazi di meraviglia e attendere il compiersi della magia, nella perfezione del silenzio.

Ivan Gantschev, La nave, da “Das Weihnachtsschiff”, Verlag Ernst Kaufmann, Lahr, 1995

È una dolcissima malinconia capace di lasciare il passo all’ironia sottile e tenera delle creature in precario equilibrio di Emanuele Luzzati, David McKee, Ulises Wensell, Emilio Urberuaga, Marie José Sacré.

David McKee, Elmer e Pinocchio, acrilico, 2001

Lo spazio più ampio è lasciato alle visioni da sogno, vere e proprie variazioni sul tema dell’immaginazione: i micromondi poetici di Josef Paleček, l’energia cromatica di Józef Wilkoń, gli inventari fantastici di Leonardas Gutauskas, il romanticismo di
Jindra Čapek, i voli di Arcadio Lobato, Sophie Fatus e Fiona Moodie, le raffinate figure di Letizia Galli, i seducenti segreti di Maurizio Olivotto.

Józef Wilkoń, La pantera, stampa da “Il libro della giungla”, Media Rodzina, 2010

L’ultima sezione accoglie gli sguardi verso Oriente con i racconti persiani di Alain Bailhache e Feeroozeh Golmohammadi e le fiabe cinesi di Jiann-Hwa Wuu.

lain Bailache, I passeggeri attendono Purià, studio da “Le batelier d’Anahid”, Shabawi, 1992

Ci troviamo di fronte a opere perlopiù non pubblicate - architetture, paesaggi, figure – realizzate su carte dai tagli irregolari e con tecniche combinate insieme. Testimonianza di un lavoro intimo eseguito negli spazi di sperimentazione e di libertà dell’artista.

La sezione “Gli studi di Štěpán Zavřel” presenta alcuni lavori realizzati dall’artista in un arco temporale compreso tra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta: dalle architetture eseguite per il libro “Sie folgen dem Stern” agli studi di Venezia fino alle prove per gli ex libris. In ogni caso ci troviamo di fronte a opere perlopiù non pubblicate – architetture, paesaggi, figure – i cui formati non sembrano rispondere alle grandi dimensioni a cui il maestro ci ha abituato, ma sono piuttosto carte dai tagli irregolari. La varietà di tecniche, a sua volta, documenta una libertà esecutiva data probabilmente dall’intimità del contesto. È interessante osservare come alcuni di questi studi contengano una delle matrici fondamentali della figurazione del maestro, la forma circolare, trasformata in arco o cupola, specchio d’acqua, vegetazione, astro luminoso. È un gioco di linee flessuose, interrotte, chiuse, sciolte, come nelle illustrazioni individuate in mostra con i titoli “Il lago”, “Il volo di notte”, “Il canneto”. Anche le figure sembrano fare riferimento a una matrice arcaica, una linea di contorno sintetica e bidimensionale, come possiamo vedere nelle figure dei re magi e del re persiano. La sezione “Gli studi di Štěpán Zavřel” è da intendersi come un piccolo approfondimento, e spunto di riflessione, del più ampio percorso storico-artistico allestito nel Museo Štěpán Zavřel. È un modo per entrare, in punta di piedi, negli spazi di sperimentazione e creazione dell’artista. (s.p.)

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