Giocattoli poetici

Le opere esposte nella sezione Pedagogia “Giocattoli poetici” sono state selezionate dal curatore per l’innovativa proposta educativa e per l’approccio alla poesia.

L’immagine si apre a una pluralità di significati e permette di ampliare e approfondire l’esperienza umana.

Cinque artiste dalle esperienze differenti dialogano tra loro nella sala della Pedagogia.

Le accomuna la volontà di mettere al centro della loro ricerca l’interesse per l’altro, in forma di narrazione fiabesca, impegno sociale e politico, inclusività, quindi di resistenza umana davanti alla perdita, all’oppressione, alla difficoltà.

Le tecniche scelte dalle artiste per l’esecuzione delle opere in mostra confermano l’eterogeneità della formazione, dell’esperienza, della ricerca artistica.

“Il gioco poetico permette un approccio più complesso alla realtà: cancella confini, stabilisce relazioni opposte, rinnova significati e raffigura. Il gioco poetico è una lente aurorale. In questo senso i processi creativi emergono nei libri illustrati come attività sintetizzanti, sostitutive e complesse; sono dinamiche con cui il primo lettore percepisce, esercita la facoltà di ragionare e soprattutto di creare” (dal testo in catalogo di Gabriel Pacheco “I giocattoli poetici”).

 

Illustrazione di Marta Ignerska, Storie dipinte con i suoni (Zamieniam się w słuch: czyli opowieści dźwiękiem malowane), 2020

Artiste della sezione Pedagogia “I giocattoli poetici”
Rufina Bazlova (Bielorussia), Gosia Herba (Polonia), Marta Ignerska (Polonia), Clotilde Perrin (Francia), Britta Teckentrup (Germania).