Tre illustratrici e un illustratore propongono di esplorare il gioco attraverso l’esperienza estetica.
Il curatore Gabriel Pacheco definisce il gioco come un tempo di vita alleggerita, un riparo momentaneo dalla frustrazione e dalla fatalità, un modo per superare gli ostacoli e raggiungere l’appagamento.
Gli psicologi riconoscono al gioco un ruolo fondamentale nel processo di autoaffermazione del bambino e nella formazione del suo carattere. Sperimentare la competitività, sottoporsi alla sorte, fingere e immedesimarsi, e anche provare l’euforia, è un percorso molto formativo: sia i giochi di fantasia, che i giochi con regole hanno una natura pedagogica.
“Aquiloni, trottole, puzzle, cruciverba, giostre, biglie, bambole, altalene, insieme ad alcuni libri, sono macchine semplici, utilizzate per sollevare pesi con la leva e fare esperienza diretta in modo ludico.
Alla fine, il gioco è una chiamata alla libertà: piccole sfere spiritose, miraggi nei cieli dell’esistenza.
Il gioco sembra donarci, per un istante, il controllo su qualcosa di così affascinante e profonda qual è l’esistenza. Alla fine, chi può resistere a questo invito di stare al gioco?”