Jacopo il giullare è un libro del 1991 che a distanza di oltre trent’anni andrebbe ancora riscoperto.
Max Bolliger riprende un’antica leggenda medievale, vi mescola elementi tratti dal racconto Le jongleur de Notre-Dame di Anatole France e dall’opera musicale omonima di Jules Massenet e ne fa una favola per bambini. Štĕpán Zavřel, che per ogni storia studia e sceglie la tecnica più adatta, ne moltiplica l’incanto con le sue illustrazioni magistrali: xilografie acquerellate che si accendono di una luce antica, in cui le architetture romaniche spiccano maestose e le piccole figure mostrano lineamenti incisivi che assomigliano ai tratti spigolosi dell’Espressionismo del primo Novecento.
Jacopo il giullare è il bambino che porta sempre allegria, che convince persino il più austero degli adulti, l’abate, ad accogliere l’altro anche se diverso, spazzando via pregiudizi e preconcetti affinché il cuore si riempia di gioia e tutti insieme si possa vivere felici nel mondo. Perché l’incontro avvenga, intercede la Madonna, figura materna, allegorica e arcana – quasi un tarocco (così come lo è Jacopo – jongleur in francese, ma anche fou, il Matto) – che ci insegna che la “religiosità” dell’uomo si esprime nelle azioni più semplici e spontanee, quelle di un animo bambino che conosce l’arte di amare tutto indistintamente.
dal testo in catalogo di Francesca Pamina Ros
Bohem Press Italia